Il futuro era qui: secondo Mercury Prize per To Tape

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Lo so, vedere scritto Mercury Prize accanto a To Tape lascia basiti, potrebbe risultare per alcuni un po’ forte e per altri fuorviante ma è l’era dei titoli acchiappa click e della scrittura in chiave SEO.

Provocazioni (spicciole) a parte, non siamo così distanti dalla realtà se si analizza bene la frase che porta con sé il motivo per cui questo programma esiste: capire come sarà il futuro della musica andando a scovare coloro che saranno i protagonisti di domani prima che lo diventino.

Sono state molte le volte in cui abbiamo conosciuto artisti all’inizio della loro carriera e non già all’apice o comunque ben piazzati sul “mercato”. Non un caso ma l’esatto modo che sta alla base del lavoro di divulgazione attraverso il programma descritto da molti come “di approfondimento musicale”, perché la musica usa e getta la lasciamo alle piattaforme di streaming con le migliaia di canzoni giornaliere.

In questo programma ci si sofferma, si raccontano storie, si conoscono gli artisti,

la loro vita e il contesto socio-culturale dal quale provengono e nel quale sono cresciuti, le etichette e i loro stili, evitando quell’appiattimento da ascolto casuale, lavoro che spetta proprio alla radio per renderla migliore di una playlist Spotify.

“Indagare il futuro attraverso i battiti della nuova musica” senza dimenticare il passato

significa andare oltre le classifiche, ricercare, approfondire per capire cosa potrà succedere domani, in che presente ci troviamo e dove la musica, e insieme la società e il suo percorso culturale, andranno.
Era già successo nel 2021 quando la londinese Arlo Parks, conosciuta prima del suo exploit e raccontata passo dopo passo attraverso la pubblicazione del suo esordio sulla lunga distanza, vinse il Mercury Prize per l’album Collapsed in Sunbeams.

Noi eravamo lì già da tempo puntando su di lei sin dall’inizio (chi segue il programma sa quante volte è stato ribadito), perché sicuri che avrebbe fatto breccia nel cuore e nella mente di molti.

Ed è successo anche quest’anno, con Little Simz vincitrice del Mercury Prize 2022 per il disco Sometimes I Might Be Introvert.


Conosciuta già con Gray Area del 2018, è diventata da subito una voce del futuro, rappresentante della musica e delle generazioni del domani: battagliera, proiettata in avanti ma con rispetto per le proprie radici, comunitaria e cosciente di quali siano i motivi per cui combattere oggi, con un flow pungente e una grande sensibilità artistica; insomma, un’artista da ascoltare da To Tape.

McKay Felt – track: Persons

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