Anderson .Paak(ko)?
Non pensate subito all’invettiva contro il sopravvalutato di turno, perché Anderson .Paak (Brandon Paak Anderson, dalla California) ha tutte le carte in regola per rimettere in piedi uno stiloso R&B che si era perso nel tempo.
Piccola parentesi: La musica R&B è di per sé una cosa su cui si potrebbe dibattere veramente tanto, perché in fondo è una musica poco desiderabile, intellettualmente parlando; già il termine Rhythm and blues collegato a quello che si fa realmente, un po’ di ribrezzo lo provoca. Però, se ci atteniamo esclusivamente alla musica, senza pensare alle etichette, il suo scopo (principale) è quello di far sudare e muovere i culi; se poi ci si aggiunge della qualità nei testi, siamo a cavallo.
Se ci pensiamo – tornando a noi e lui – il piccolo terrone della California ci ha messo relativamente poco a fare strada e a farsi notare, considerando il 2012 è stato l’anno del suo disco d’esordio. Credo che l’apice l’abbia raggiunto con Malibu, disco del 2016 che ha realmente fatto vedere quali siano le sue doti da soul man negli anni dell’autotune e dei ritmi tetri e cadenzati. Malibu è un disco che ascolti dall’inizio alla fine, con la sua anima black ripartita in diverse altre tutte mescolate da produttori diversi.
La sua voce calda, il suo stile morbido ma incalzante e i racconti di vita si intrecciano in quello che fu poi, veramente, il disco della gloria. Insomma, un vinile da avere in casa e da sparare a tutto volume nell’impianto, ad assorbire tutte quelle basse rotonde e avvolgenti.
Quello che Venice aveva fatto intendere nel 2014, viene confermato con Malibu; poi una piccola parentesi sempre nel 2016: un progetto in duo con Knxwledge e il 2018 arriva presto dopo tour lunghi, bagni di folla, fiumi di parole spese da lui e per lui, radio, televisione e quant’altro.
E poi? Poi Oxnard, come la sua città natale, tanti ospiti illustri, produzione diretta di Dr. Dre e un minestrone di stili quasi a voler far vedere che Brandon riesce a muoversi sapientemente in qualunque ambito della musica black, e io che ci rimango malissimo e ascolto con nostalgia quel corposo disco del 2016 che è Malibu.
Vi lascio all’ascolto dei due dischi per poter giudicare voi stessi:
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