Spiegare i Marnero, oggi, in questo vortice di estetica della canzone, immediatezza del messaggio e pulizia sonora, risulta parecchio difficile, almeno a me che sono di intelligenza media e non occupo nella società qualche posto da oratore in un qualche settore.

Pensate se doveste spiegare, per esempio, Salgari, Verne, Hemingway a dei giovani di oggi (che già noi, ex giovani, eravamo ancor meno vicini dei nostri genitori ad un certo tipo di letteratura avventurosa): direste, semplicemente, che erano scrittori profondi e avvincenti? Che il loro scrivere pulsava nelle vene del lettore e che tra grandi avventure e emozioni su carta, ti immergevano in un mondo incredibile?
Sarebbe comunque difficile e molto probabilmente arrivereste ad un unico consiglio: “leggi i loro libri”.

La spinta a scrivere qualcosa che riguardi i Marnero è arrivata dalla notizia di una nuova loro uscita discografica ad ottobre 2018 (qui il link per il video di anteprima), dopo la loro ultima uscita a chiusura della “Trilogia del fallimento“, un’opera divisa in tre dischi prodotti dal 2010 al 2016.
Risulta difficile partire da qualcosa, perché il mondo visionario e tipico dei racconti di avventura è ciò che guida la scrittura dei Marnero attraverso una lunga storia in tre dischi, in cui l’immaginario principe è quello delle acque del mare, della navigazione, dei porti e dei personaggi che abitano questi “non luoghi” come i Marnero li descrivono. La spinta propulsiva della ferocia hardcore, in termini prettamente musicali, ci porta in un continuo mare in tempesta, vissuto a volte da terra, altre volte direttamente da dentro le acque in continuo passaggio da un moto ondoso ad un altro per raccontare le fragilità, l’energia e le dinamiche dell’umano sentire.
Balordi, sognatori, inermi, combattenti personaggi di un mondo fantastico che trascina l’ascoltatore da un brano ad un altro senza soluzione di continuità, al fine di descrivere la società attraverso il punto di vista della band che diventa il punto di vista dei personaggi che abitano le storie di questa “Trilogia del fallimento“.

Tre dischi che si ascoltano (tutti in free download qui), si leggono (ogni disco è accompagnato dai testi, sia in versione digitale che in formato fisico) e si guardano attraverso la potenza grafica del formato fisico in cui niente viene lasciato al caso e che, come un libro, si possono tranquillamente giudicare dalla copertina: potente, poetica, spettrale e affascinante com’è il mare nella sua immensa vastità.

Difficile descrivere i Marnero a chi non li ha vissuti, soprattutto perché sono un uomo qualunque e di media intelligenza; e allora, mi verrebbe solamente da dire: “Leggete i loro dischi“.

Intanto, continuo a vivere la stagione dell’anno che preferisco di più in assoluto in attesa che arrivi il primo ottobre, quando una nuova storia raccontata dai Marnero verrà alla luce per poterne godere.
E mentre aspetto, guardo il mare dalla finestra e ne respiro la sua affascinante spettralità.

 

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