“Al terzo ascolto è un’altra cosa”: Spread – Vivi per miracolo

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Inauguriamo con questo disco degli Spread una nuova rubrica nella sezione “On Air” del blog.
Si chiama “Al terzo ascolto è un’altra cosa” e racconta i dischi che al terzo ascolto ti fanno vedere il mondo in maniera diversa.
Però attenti che diventate ciechi.

Terza volta che ascolto questo terzo lavoro degli Spread dall’inizio, perché due o tre ascolti bisogna darli ad un disco, a meno che non ci rendiamo conto essere lontanissimo dalle nostre influenze già dalla prima nota, che tradotto significa: “a meno che non ci faccia gridare allo scandalo sin da subito”.
Comunque, questo terzo disco degli Spread, Vivi per miracolo, è passato dalle mani di Alberto Ferrari dei Verdena, e ciò significa che, da produttore, ha sicuramente lasciato la sua firma: è un disco strano, a metà tra le sfuriate prog degli Area e le cupe atmosfere degli ultimi Verdena, più altre cose al limite dell’italo disco in mezzo.
Durante il primo ascolto avevo già intuito qualcosa di interessante ma un paio di galoppate ritmiche ascoltate distrattamente mi avevano fatto intravedere le oscure mani della Patchanka; impressione fortunatamente scongiurata con un secondo giro di ruota e un orecchio più attento, perché c’è molto di più dei classici piedi scalzi.
Sicuramente a qualcuno verrà in mente anche il lirismo tipico di Manuel Agnelli nelle esaltazioni vocali del cantante, ma infatti non ho detto “Area” a caso.
No, il fatto che ci siano le mucche in copertina non significa per forza sia un disco di ispirazione floydiana.
Qui lo streaming di tutto il disco e attenzione che “al terzo ascolto è un’altra cosa“:

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