J Dilla è un artista chiave nella storia musicale della fine del 900 e inizio del nuovo millennio (e sono sicuro andrà oltre). Da lui in poi tante cose sono cambiate nella produzione dei beat per l’Hip Hop o R&B ma anche nell’utilizzo stesso della strumentazione midi per i campionamenti. Addirittura, quel modo di suonare con strumenti digitali è stato trasferito nell’utilizzo di strumenti acustici, la batteria nello specifico.

Da Godblesscomputer a Koralle via J Dilla

Proprio dal nuovo progetto di Lorenzo Nada, conosciuto con il moniker di Godblesscomputers, partiamo in questa sedicesima puntata della settima stagione di To Tape. Pubblicato per la collana di 45 Reloved della Four Flies, il brano ci porta in due direzioni: della library music italiana da una parte e dell’Hip Hop con l’intervento nel brano di Illa J, fratello minore di J Dilla.

L’uomo contro la macchina

Come dicevo all’inizio, questa umanizzazione della macchina voluta da J Dilla nella produzione musicale ha creato un vero e proprio stile seguito poi da tanti altri, non solo producer abituati a lavorare con macchine digitali e campionatori, ma batteristi che nel loro rapporto con lo strumento hanno utilizzato quello stile. Come nel disco Black Messiah di D’Angelo in cui la “tecnica del ritardo” è applicata sia da Questlove che da Chris Dave, due figure di riferimento per la batteria nella musica Hip Hop. Questo ci porta ad brano di recente uscita in cui compaiono, dopo tanti anni lontani dalla discografia, Jay-z e D’Angelo al fianco il regista e musicista Jeymes Samuel per la colonna sonora del film The Book of Clarence.

Afro psych jazz

Non è un nuovo genere musicale, anche perché ormai se ne sforna uno al minuto e non ne abbiamo bisogno di un’ulteriore. Ma l’altra parte della puntata è piena di salti temporali e geografici permessi grazie al disco Zombie Mandingo di Larry Manteca – sempre Four Flies: una colonna sonora di un film exploitation mai girato ma che musicalmente ci traghetta nell’evoluzioni sonore del tragitto dall’Africa equatoriale alle isole caraibiche. Il viaggio è proseguito fin nel Sud Est asiatico ma via Europa con i danesi YĪN YĪN. Il Jazz, invece, è con Turbojazz che ritroviamo sempre con Whateversim, album in cui in realtà c’è anche l’House Music e l’R&B di Robert Glasper: il suo Black Radio III tanto ascoltato nella scorsa stagione, ritorna di prepotenza grazie ad un aneddoto che lega To Tape ad un’ascoltatrice di questo programma.

C’è altro?

Sì, c’è il bellissimo disco di “Hip Hop acustico” dell’italiano Alsogood (intervistato nella puntata diciassette, in onda questa settimana), lo spazio infinito di Molecola e di un grande disco italiano del 2015 e un doppio remix sul finale di Sacrobosco.

Buon ascolto.

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