Gianluca Taraborelli è un uomo, un musicista, un creativo, un pensatore ed è tutte queste cose anche quando diventa Johnny Mox, due “anime” dentro la stessa persona che condividono tutto, si ispirano l’un l’altro e si danno forza a vicenda.
Seguo il percorso musicale di Johnny Mox praticamente da quando nacque, nel 2012 con il primo disco We=Trouble, e dal 2015 (Obstinate Sermons, terzo lavoro discografico) ho sempre utilizzato il mezzo radiofonico per diffondere il più possibile la sua musica e i suoi messaggi – l’ultima volta, nella scorsa stagione, per il progetto Stregoni. Potete ascoltare la puntata qui.

Johnny Mox ha sempre vissuto musicalmente a cavallo tra la black music e il rock, sperimentando nel corso degli anni le tecniche di beatboxing fino ad arrivare a scrivere brani praticamente con il solo uso delle voci (un po’ il Rahzel della penisola). La sua musica è sempre stata un mezzo importante affinché le sue idee politiche, sociali, culturali, ambientali potessero prendere forma e suono, perché è così che spesso la musica viene utilizzata: per lanciare messaggi.

Il suo ultimo disco, Spiritual Void (uscito all’improvviso un paio di giorni fa), è un unico brano di 16 minuti costruito da sole voci e in cui il messaggio è chiaro e forte: “Help”. Una richiesta d’aiuto innanzitutto da se stesso e per se stesso (come afferma) ma che abbraccia, inevitabilmente, un mondo intero intorno e su tutti i fronti.
Spiritual Void è una sperimentazione sonora come gran parte dei suoi lavori, è un continuo rincorrersi di voci che scatenano ansia, appagamento, serenità e arrivano fino alla pancia. Insieme al brano è stato pubblicato anche un video con immagini dei paesaggi più incredibili del pianeta terra fino ad arrivare alla visione dello stesso dall’atmosfera.

Johnny Mox rappresenta oggi quella categoria di artisti necessari per il nostro patrimonio artistico e culturale, soprattutto in un periodo in cui la liquidità non è solo un problema riguardante lo scioglimento dei ghiacciai ma il senso stesso di appartenenza ad una comunità chiamata Mondo.

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