Non so perché, forse ci sarà un motivo scientifico dietro questa correlazione, ma negli ultimi 7-8 anni ho conosciuto una gran quantità di persone laureate in Giurisprudenza che poi hanno intrapreso la carriera nell’ambito dello “spettacolo”, dal giornalismo musicale all’organizzazione di eventi.
Questo per dire che anch’io sono laureato in Giurisprudenza e quando iniziai ad intraprendere un certo percorso lavorativo che ruota, a vari livelli, in ambito musicale tutto, mi resi conto di non essere l’unico pazzo ad aver seguito determinati studi che ti danno già una direzione lavorativa per poi seguire un percorso completamente diverso. Nel corso degli anni dell’università ho conosciuto una marea di persone che rimanevano parecchio sconvolte nel sapere quali fossero i miei studi e cosa però stessi provando a fare veramente nella vita; chissà perché.

Questo mi è successo anche con Maurizio Blatto, nel senso che anche con lui condivido questo percorso di studi fatto di codici, processi e contratti. L’ho scoperto lo scorso anno, dopo aver deciso di scrivergli per concordare un’intervista con lui in radio.

Maurizio Blatto è una penna straordinaria del giornalismo musicale italiano, un patologico ascoltatore di musica: una di quelle persone capace di dirti vita, morte e miracoli di una band, che affronta argomenti classici da conversazione citando costantemente canzoni, oppure che collega ogni momento della sua vita ad una canzone; un po’ come i personaggi di “Alta fedeltà” di Nick Hornby che vivono la musica ai limiti del feticismo. Ed è anche il proprietario del negozio di dischi Back Door di Torino specializzato in vinili.

Giornalista per la rivista Rumore, cura la rubrica “My Tunes”, poi diventata anche libro (oltre a “L’ultimo disco dei Mohicani”, una finestra sul piccolo mondo che esiste all’interno del suo negozio di dischi) , in cui i racconti personali di una vita si mischiano proprio alle canzoni, perché ogni momento della nostra vita si lega ad un brano. Un modo di descrivere la propria esistenza con un piglio sarcastico e pungente, uno humor molto inglese e una emotività che trasuda da ogni suo scritto facendoci percepire chiaramente la sconfinata passione di Maurizio per la musica.

È da circa un anno che io e Maurizio ci inseguiamo per fare due chiacchiere in radio e, per un motivo o per un altro (chiamale anche sfighe), non siamo ancora riusciti a fissare un incontro.

Sul calendario avevamo scelto il sei maggio per parlare un po’ di lui in radio ma anche questa volta è andata male. Sicuramente entro la fine di questa stagione avremo Maurizio Blatto al telefono ma intanto volevo già parlarvi di lui, forse anche per intraprendere una sorta di rito contro la sfortuna che ci perseguita.

In ogni caso, stasera To Tape su Radio CRT alle 22:00 in FM per la Calabria e in streaming nel mondo con un puntata, questa settimana, ricca di novità discografiche importanti.

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